3 motivi convincenti per guardare il finale di stagione di “You

La serie Netflix “You” si conclude con un’ultima stagione che riporta Joe Goldberg a New York per un ultimo scontro con il suo passato. Dal serial killer che l’ha sempre fatta franca al criminale finalmente smascherato, scopri perché questa conclusione merita la tua attenzione.

Il cerchio si chiude

La traiettoria di “You” nel mondo delle serie Netflix è a dir poco singolare. Iniziata come una storia atipica su un assassino che raggiunge i suoi scopi, la produzione è cresciuta in ambizione e complessità nel corso delle stagioni. Joe Goldberg (Penn Badgley) ha lasciato New York – e un cadavere – per Los Angeles, poi Parigi e infine Londra. In ogni fase, è diventato più brutale, più audace e più pericoloso, trasformando la sua lunga successione di ossessioni e crimini in uno strano mix di cattivo carismatico e universo sempre più sinistro.

Di città in città, Joe ha anche cambiato nome e identità. Si tratta di un espediente che ci permette di esplorare il personaggio da angolazioni completamente diverse. Da discreto libraio di New York, si è rapidamente trasformato in Will Bettelheim, Jonathan Moore e Rhys Montrose. Ma è stato il suo matrimonio con Kate Lockwood (Charlotte Ritchie) a dare a Joe una certa stabilità.

La quinta e ultima stagione riesce a riportare Joe alle sue origini: New York e, più precisamente, la libreria Mooney, epicentro dell’intera trama della prima stagione. Ma attenzione, Joe non è più il timido libraio in cerca di amore che uccide quando lo ottiene. Ora è un padre amorevole e un marito devoto che cerca, al meglio delle sue capacità di resistere alle tentazioni, di continuare la sua vita da dove l’ha lasciata quando è dovuto fuggire dalla città.

In questo modo, “You” recupera gran parte della sua ingegnosa e perversa arguzia, mostrando come il solo contatto con la città faccia ricadere Joe, quasi immediatamente, nelle sue peggiori abitudini. Questa volta la scusa sembra essere quella di proteggere Kate dalla rete di intrighi familiari che la circonda, ma la serie non inganna i fan più fedeli. Il mostro che c’è dentro il personaggio non riesce a contenersi e la protezione della sua vita familiare diventa una scusa come un’altra per uccidere.

Il ritorno delle ossessioni malsane

Un altro punto di forza di questo finale di stagione è il modo in cui si torna a scavare nell’oscurità di Joe, esplorando i suoi aspetti peggiori. Dimenticate il personaggio che nelle stagioni precedenti sembrava sull’orlo della redenzione, questa volta sa cosa vuole e come ottenerlo. Dopo anni passati a contenersi o, nel migliore dei casi, a cercare di nascondere la sua pulsione omicida, ora si sente libero di agire.

Questa evoluzione diventa particolarmente evidente quando il personaggio incontra Bronte (Madeline Brewer), un’aspirante drammaturga con più di un segreto da nascondere. Ma c’è una cosa che la rende assolutamente irresistibile per Joe: è una grande fan del libro della defunta Guinevere Beck (Elizabeth Lail). La sceneggiatura si concentra sulla trasformazione di Joe che abbandona il suo ruolo di marito e padre esemplare per tornare all’ossessione.

E lo fa doppiamente. Bronte lo seduce con il suo umorismo e la sua inquietante sessualità, affermando che il libro di Beck significa tutto per lei. Questo è più che sufficiente perché Joe abbandoni Kate e faccia del suo nuovo interesse amoroso il centro della sua vita. Lo show non commette l’errore di affrettare i tempi e si diverte a rappresentare l’inevitabile ciclo di attrazione, amore e violenza di Joe come qualcosa che non può essere evitato. Solo che questa volta lo porterà alla rovina.

Segni di disastro

La dinamica tra Joe e Bronte rivela diversi elementi preoccupanti:

  • L’insana attrazione di Bronte per il libro di Beck, che in realtà è una delle vittime di Joe.
  • Il graduale ritorno dei monologhi interiori ossessivi di Joe
  • Il rapido abbandono delle sue responsabilità familiari di fronte alla sua nuova fissazione
  • Il modo in cui il passato di New York riemerge dietro ogni angolo

Una fine appropriata per un personaggio detestabile

Il punto forte della quinta stagione di “You” è il modo in cui l’assassino ottiene finalmente ciò che si merita. Potrebbe sembrare ipocrita, ma la sceneggiatura si prende tutto il tempo necessario per mostrare quanto Joe sia colpevole di ogni accusa mossa contro di lui. Così, quando finalmente riceve la punizione che merita, non ci sono dubbi o domande su come Joe si sia trovato in questa situazione.

Per questo motivo, “You” riserva il suo momento migliore alle scene finali. Non solo Joe riceve una giusta punizione, ma la sua natura violenta e depravata viene messa completamente a nudo. Una conclusione soddisfacente per una storia che ha basato parte del suo fascino sul desiderio sempre frustrato dell’assassino di trovare qualcosa di più forte di lui. Cosa che finalmente fa questa volta.

Un finale che soddisfa i fan

Questa conclusione porta una vera soddisfazione agli spettatori fedeli che hanno seguito le malefatte di Joe per cinque stagioni. La serie evita abilmente di suggerire qualsiasi tipo di redenzione, una trappola in cui sarebbe potuta facilmente cadere. Invece, rimane coerente con la sua premessa centrale: Joe è un assassino senza compassione o rimorso e deve pagarne il prezzo.

  • Il confronto con il suo passato e con i fantasmi delle sue precedenti vittime.
  • L’esposizione pubblica di tutti i suoi crimini
  • Il crollo della maschera di normalità che ha cercato di mantenere con tanta fatica
  • La giustizia poetica che alla fine si abbatte su di lui

Iniziata nel 2018, “You” chiude il suo capitolo finale in un modo che rispetta sia il suo concetto originale che l’evoluzione del suo protagonista, offrendo agli spettatori la conclusione che stavano aspettando da tempo.